10 MINUTI IN FAMIGLIA TERZA PUNTATA

Famiglia, tecnologie e relazioni esterne

Terza puntata della video-rubrica 10 minuti in famiglia a cura del Centro di aiuto alla famiglia Amoris Laetitia di Termoli in collaborazione con il Centro Internazionale Studi Famiglia (Cisf)

Famiglia, tecnologie e relazioni esterne è stato il tema della terza puntata della rubrica “Dieci minuti in famiglia” promossa dal Centro di Aiuto alla Famiglia di Termoli in collaborazione con il Cisf, il Centro Internazionale Studi Famiglia. Nel suo intervento, Francesco Belletti, Direttore del Cisf, ha evidenziato alcuni aspetti significativi rispondendo alle domande di Fabrizio Occhionero, responsabile della comunicazione della Diocesi di Termoli-Larino. Si è parlato della famiglia “ibridata” dalle nuove tecnologie e della possibilità di sapere ben discernere un utilizzo appropriato e funzionale alla vita quotidiana da una vera e propria dipendenza dal cellulare o da altri strumenti interattivi e connessi. Dunque un digitale che, da un lato, può servire per raccogliere informazioni, fruire servizi, mettersi in contatto giornalmente e istantaneamente con un figlio che studia all’estero e con una nipote che vive molto lontano; dall’altro, il rischio di essere assorbiti da una società che vive di contatti fragili e legati al numero di followers o di like ricevuti, a reti prive di sostanza. Da qui l’importanza, come evidenziato da Belletti, di capire la differenza tra “connessione” e “relazione”. Le connessioni, come quelle basate su numeri, link e like “difficilmente restituiscono senso e legami”. La relazione “è uno sguardo all’altro che ti cambia, che ti compromette”. È quella che scaturisce “quando si fa un pezzetto di strada insieme non solo all’interno della coppia ma nella modalità in cui incontro un estraneo anche in ascensore. Ovunque può nascere una relazione di significato, l’altro può sempre darmi qualcosa, è una scommessa”. Ciò può essere faticoso anche in famiglia, dove per sfuggire al legame ci distanziamo o al massimo ci incrociamo tra le mura di casa. Come possiamo allora discernere i rischi e le possibilità di questa mediatizzazione delle relazioni sociali? A tal proposito il dottor Belletti è partito da una considerazione: “siamo in grado di passare una mezza giornata spegnendo i telefonini?”. Se la risposta è negativa significa che tali mezzi, in pratica, “hanno preso il dominio su di noi”. Chiediamoci se siamo pronti a passare tre giorni in vacanza senza smartphone un po’ come un paesino della Toscana, una ventina di anni fa, spense la televisione per una settimana e ciò non fece altro che rigenerare relazioni, giochi all’aperto e voglia di contatto interpersonale. Oggi il digitale ripercorre le stesse sfide “e se non riesco a passare una serata senza andare a vedere cosa succede sui miei social devo preoccuparmi”. Come sostenere le famiglie e le loro relazioni in questo ambiente digitale? La pandemia, di certo, ha complicato le cose altrimenti bastava che due famiglie si ritrovassero per condividere un pranzo insieme e generare così qualcosa di buono in quanto la prossimità non fa altro che alimentare le relazioni faccia a faccia, l’incontro, la condivisione della vita. I media, se utilizzati con responsabilità e consapevolezza, sono uno strumento che può rafforzare la relazione “ma resta una questione di atteggiamento, una questione di cuore, l’aver fame e voglia di stare con l’altro. La tecnologia deve essere capace di rafforzare la verità delle relazioni, di intensificarle, di renderle anche differenziate ma non può sostituirle integralmente”. Da Belletti una riflessione conclusiva: “Nessun uomo può vivere da solo, la compagnia è la principale risorsa per un progetto di felicità e di benessere. Un uomo con dei compagni di viaggio avrà sempre qualcuno su cui appoggiarsi e inventare il futuro. Dobbiamo desiderare l’incontro dell’umano se non lo desideriamo rischiamo di diventare automatizzati anche noi e ritrovarci al ristorante a parlare con un robot”.

Tecnologia e relazioni: una testimonianza positiva

La puntata si è aperta con l’intervento di Marco e Alessandra dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza Abruzzo e Molise. Si tratta di una realtà che appartiene a una rete nazionale e si occupa del sostegno alle famiglie che svolgono esperienze di affido e di adozione ma anche di attività di promozione della cultura dell’accoglienza a 360 gradi. La loro testimonianza, in tempo di pandemia, ha evidenziato il “lato buono della tecnologia nelle relazioni”. In mancanza di incontri in presenza le videochiamate hanno contribuito alle attività di assistenza e di accompagnamento, “a sostenerci, a condividere difficoltà con figli e famiglie ma anche gioia, abbinamenti e molto altro. Uno strumento veramente indispensabile che ci ha fatto sentire vicini e soprattutto desiderosi di condivisione”. In programma ci sono altre iniziative e un corso di sei incontri di introduzione all’affido con la partecipazione di esperti organizzato proprio grazie alla tecnologia”.

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10 MINUTI IN FAMIGLIA SECONDA PUNTATA

L’impatto delle nuove tecnologie sulle relazioni familiari

Seconda puntata della video-rubrica 10 minuti in famiglia a cura del Centro di aiuto alla famiglia Amoris Laetitia di Termoli in collaborazione con il Centro Internazionale Studi Famiglia (Cisf)

Quanto le nuove tecnologie sono funzionali alla nostra vita e quanto, invece, hanno creato nuovi bisogni e dipendenze? Questa riflessione ha aperto la seconda puntata della rubrica “Dieci minuti in famiglia” promossa dal Centro di Aiuto alla Famiglia di Termoli in collaborazione con il Cisf, il Centro Internazionale Studi Famiglia.

Nel suo intervento Francesco Belletti, direttore del Cisf, ha evidenziato alcuni temi significativi rispondendo con chiarezza alle domande di Fabrizio Occhionero, responsabile della comunicazione della diocesi di Termoli-Larino.

In merito al tema delle nuove tecnologie e delle relazioni familiari Belletti ha parlato di “una sfida epocale con il digitale che rappresenta una questione strategica per l’intero Paese in cui le famiglie sono coinvolte pienamente. Non è più possibile – ha affermato in sostanza il direttore del Cisf –  pensare al mondo reale da una parte e al mondo digitale dall’altra, bensì a un mondo ibrido in cui il digitale e le relazioni reali viaggiano insieme. Occorre – ha aggiunto – una forte capacità di discernimento per capire cosa c’è di buono e cosa no”.

Un discorso che bene si inserisce nel contesto dell’emergenza sanitaria in atto osservando le dinamiche e gli aspetti emersi in un contesto di incertezza e restrizioni che, in sostanza, ha portato a condividere un tempo “in presenza” maggiore tra le mura domestiche e, in modo continuativo, le relazioni faccia a faccia tra marito e moglie, tra figli e altre persone.

Secondo Belletti le famiglie, proprio in tale situazione, hanno potuto “riscoprire la bellezza dello  stare insieme con un uso del tempo diverso e condiviso. Il faccia a faccia – ha evidenziato il responsabile del Cisf – resta la dimensione irrinunciabile dell’umano. Le relazioni esigono l’abbraccio e vicinanza ma anche il digitale può rafforzare questi rapporti. La pandemia è stata così un esperimento per insegnarci cose nuove.

In tale contesto ibrido si può oggi parlare di una famiglia “tipo” oppure emergono nuovi modelli o situazioni che delineano tante tipologie di famiglie? Si pensi al nuovo rapporto del Cisf in cui si parla anche di “Family warming” come una sorta di emergenza.

Belletti ha osservato come la società contemporanea abbia messo in crisi le relazioni familiari attraverso la logica dell’individualismo e una felicità che si ottiene con meno vincoli possibili. La scommessa della famiglia è però questa: “divento più felice perchè mi lego a una persona in modo stabile”. L’individualismo – ha evidenziato – porta a solitudine e isolamento anche rispetto a qualunque sfida, la relazione familiare può portare compagnia e supporto nelle difficoltà. Basti pensare alla stessa pandemia”.

Tutto questo, anche con il supporto delle tecnologie, non deve però portare a marginalità ma a processi inclusivi in cui tutti siano coinvolti supportando azioni e interventi dedicati alle fasce della popolazione in difficoltà, come gli anziani o chi è escluso da questa rivoluzione sociale in cui “gli sguardi sul telefonino ormai non si contano più”.

Gli obiettivi della video-rubrica

“Dieci minuti in famiglia – spiega don Gianfranco Lalli, direttore del Centro di Aiuto alla Famiglia Amoris Laetitia di Termoli – si propone la finalità di aiutarci a cogliere il frutto dell’ingegno e della sapienza dell’uomo, i social e le tecnologie, come strumenti che possono arricchire e valorizzare la vita del singolo e le relazioni familiari e sociali.

Parlarne con un esperto e condividere dei consigli e degli orientamenti – aggiunge don Gianfranco – non può che offrire un contributo di riflessione positivo per capire quanto la dimensione digitale possa consentire all’individuo di affermarsi come persona e di migliorare i rapporti con gli altri, sia a casa che nella società attraverso uno stile di reciprocità che metta sempre al centro la persona e la sua unicità.

Per queste ragioni, la video-rubrica sperimentale – conclude don Gianfranco Lalli – vuole  accompagnare la famiglia a stare bene in un contesto in cui ciascuno di noi possa sentirsi riconosciuto, custodito, amato e valorizzato e rimanga tale, peraltro dentro questo tempo che ci chiede un’attenzione ulteriore verso la vita domestica in cui tutti utilizzano i social e il web ma, questo è l’auspicio, in modo responsabile e relazionale”.

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