Ci sono momenti in cui le parole non aiutano oppure possono risultare sbagliate o “di troppo”.
Ci sono situazioni in cui abbiamo bisogno di un contatto vero, caldo e avvolgente, servono braccia che stringono.
Quando il nostro volto incontra il corpo di un altro, le distanze si azzerano, ci si appoggia delicatamente all’altro componendo un dialogo interiore, disarmato e intenso: è l’abbraccio, un gesto semplice quanto profondamente sconvolgente.
L’abbraccio introduce nell’intimità relazionale con l’altro e, a volte, può far paura in quanto evoca processi interiori fondamentali, quali ritrovare un affetto importante o congedarsi da esso.
Scambiarsi un abbraccio è “prendere tutto l’altro”, stringerlo con affetto; è sintesi perfetta per cominciare o ricominciare, ma anche per separarsi quando si intuisce che bisogna “andare oltre”.
L’emergenza sanitaria “ci ha chiuso” gli abbracci ma non il desiderio di riconoscere se stessi nell’abbraccio dell’altro.